Il potere del colore nel branding: perché scegliere la tonalità giusta fa la differenza

Nel mondo del branding, ogni dettaglio conta. Dal logo al font, dalla voce del marchio alla strategia visiva: tutto contribuisce a definire l’identità di un brand. Uno degli elementi più potenti e spesso sottovalutati, tuttavia, è il colore.

Chi lavora nella comunicazione lo sa: la scelta cromatica non è solo una questione di estetica e va ben oltre le preferenze personali. È un asset di brand, un codice visivo capace di attivare emozioni, orientare percezioni e influenzare decisioni. In una manciata di millisecondi, una palette ben costruita può posizionare un brand nella mente (e nel cuore) del pubblico, determinando il successo (o l’insuccesso) di un marchio.

 

Il colore come asset strategico della brand identity

La comunicazione visiva ha tra i suoi principali obiettivi quello di generare riconoscibilità e il colore gioca in questo processo un ruolo distintivo fondamentale. Una palette cromatica coerente nel tempo e trasversale ai diversi canali contribuisce a costruire un’identità visiva solida, capace di imprimersi nella memoria del pubblico. Alcuni brand globali hanno fatto del colore un vero e proprio segno distintivo: basti pensare al giallo e blu di IKEA, all’inconfondibile azzurro di Tiffany & Co. o alla palette primaria e multicolore di Google. In tutti questi casi, il colore non è solo un elemento decorativo, ma diventa parte integrante del marchio, rafforzandone la riconoscibilità e la coerenza visiva.

 

Riconoscibilità visiva e coerenza cromatica

In contesti di mercato particolarmente affollati, la scelta cromatica può inoltre diventare una leva strategica di posizionamento. Sebbene infatti optare per una palette cromatica simile ai propri competitor, aiuti a uniformarsi al proprio settore di appartenenza, adottare tonalità inusuali rispetto alla categoria di riferimento consente al brand di emergere visivamente, assumendo un ruolo di disruptor. Tuttavia, questa scelta richiede un’attenta valutazione: è fondamentale che il colore selezionato rispecchi il tone of voice e la personalità del marchio, evitando stonature comunicative che possano compromettere la credibilità del brand. L’innovazione cromatica, per risultare efficace, deve sempre mantenere una pertinenza rispetto all’identità del brand stesso.

 

Accessibilità e resa cromatica: progettare con consapevolezza

Un ulteriore livello di complessità è rappresentato dalle implicazioni culturali e percettive legate al colore. In una strategia di comunicazione rivolta a mercati internazionali, è essenziale considerare i diversi significati simbolici che i colori possono assumere in culture differenti. Un colore percepito positivamente in un contesto potrebbe generare reazioni opposte altrove. Parallelamente, non vanno trascurate le esigenze legate all’accessibilità visiva, come quelle delle persone con daltonismo, e le variazioni nella resa cromatica tra supporti digitali e cartacei, aspetti che devono essere integrati sin dalle fasi iniziali della progettazione grafica.

 

Conclusioni: un approccio cromatico consapevole per un brand memorabile

In definitiva, il colore rappresenta un asset strategico all’interno della brand identity e un elemento chiave nella costruzione dell’esperienza del consumatore. Per i professionisti della comunicazione visiva, saperne padroneggiare il potenziale significa poter progettare identità visive più efficaci, coerenti e memorabili. Un approccio cromatico consapevole, supportato da analisi semiotiche e test percettivi, può offrire un vantaggio competitivo concreto nel panorama contemporaneo del branding.

 

Ilaria Macarra | Resp. Reparto Grafico Seppia – Graphic Designer